La
superficie dell'asteroide Vesta è modellata da agenti “atmosferici”
completamente differenti da quelli degli altri asteroidi conosciuti:
è questa l'ultima scoperta della sonda Dawn della NASA,
lanciata nel 2007 per studiare i due oggetti più grandi della
cosiddetta Fascia Principale, Vesta, appunto, e Cerere.
Ovviamente
è improprio parlare di agenti atmosferici, in quanto questi corpi
non possiedono massa sufficiente a trattenere attorno a sé uno
strato di gas; tuttavia, è stato osservato un progressivo
“annerimento” della superficie degli asteroidi (e di altri
oggetti celesti privi di atmosfera, come ad esempio la Luna) a causa
del costante bombardamento di micro-meteoriti metallici ferrosi e di
particelle ad alta energia del vento solare, che nel tempo alterano
la luminosità di questi corpi; tale fenomeno è stato chiamato
“space weathering”. Gli
strati di terreno più profondi evitano questo processo, e nel caso
vengano sollevati e dispersi dall'impatto di un meteorite
sufficientemente grande, risultano più chiari del terreno invece
esposto allo spazio.
Gli
spettrometri nell'infrarosso e nel visibile e la fotocamera di Dawn,
tuttavia, non hanno rilevato questo accumulo di particelle sulla
superficie di Vesta, che viene dunque annerita da un fenomeno
completamente diverso. <<Sappiamo che sicuramente la
superficie di Vesta va incontro a space weathering>>
afferma Carle Pieters, geologa alla Brown University <<ma
ciò non accade con lo stesso meccanismo degli altri corpi celesti>>.
Gli
scienziati ritengono che il progressivo scurirsi della superficie di
Vesta sia dovuto ad un rimescolamento meccanico del suolo, piuttosto
che ad una reazione con le particelle provenienti dallo spazio
esterno (come è dimostrato avvenire per la Luna). <<E' come
lanciare un sasso in un box di sabbia.>> spiega ancora
Pieters <<Non si sta alterando la composizione chimica della
sabbia, la si sta semplicemente spargendo attorno>>. Ci si
può chiedere quindi perché queste particelle abbiano nel caso di
Vesta un simile comportamento; una possibilità è che i
micro-meteoriti che impattano contro l'asteroide abbiano meno
possibilità di vaporizzare, o che il vento solare, alle distanze
della Fascia Principale, sia troppo debole. Lo stesso campo
gravitazionale di Vesta può influenzare il moto delle particelle o
aver determinato una differente composizione minerale dell'asteroide.
Questa
scoperta comunque costringerà gli studiosi a rivedere ciò che si
sapeva sui meccanismi alla base dello space weathering, per
quanto riguarda la Luna e gli altri asteroidi; <<Probabilmente
abbiamo sottovalutato l'effetto di questa miscelazione meccanica,
anche per quanto riguarda gli altri asteroidi>> ammette
Pieters <<Dawn ha dimostrato con la sua scoperta che in
realtà questo fenomeno è molto importante>>.
La
sonda Dawn ha nel frattempo lasciato Vesta, nel settembre scorso, e
si sta dirigendo verso la seconda meta della sua missione, il pianeta
nano Cerere, del quale studierà composizione e struttura interna;
spinta da innovativi motori a ioni, la sonda orbiterà attorno a
questo corpo celeste almeno fino al 2015, e gli scienziati sperano
possa regalarci nuove, e altrettanto interessanti, scoperte.
Articolo originale:
http://news.brown.edu/pressreleases/2012/10/vesta
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